Traduzione e analisi dell’incipit del “De Bello Gallico” di Caio Giulio Cesare
L’incipit del “De Bello Gallico” di Giulio Cesare – “Gallia est omnis divisa in partes tres” – è uno dei grandi classici della letteratura latina. Per questa ragione abbiamo deciso di regalare ai fan delle App Antiche questa pagina di analisi e traduzione.
Gallia est omnis divisa in partes tres: Analisi
Il “De Bello Gallico” è stato scritto tra il 58 ed il 50 a.C. da Caio Giulio Cesare, mentre era impegnato nella campagna di conquista della Gallia.
Di fatto si tratta di una sorta di diario di guerra, che fornisce un resoconto in terza persona della campagna di Cesare e che, probabilmente, era stato da lui scritto per “giustificare” le proprie azioni e la propria ambizione di fronte al Senato, preoccupato per la sua ascesa.
Questo brano, come del resto tutto il “De Bello Gallico”, è scritto in un latino semplice, fluido ed immediato, nonché estremamente ripetitivo nell’uso delle strutture sintattiche e delle parole.
Ciò risulta peraltro coerente con l’intenzione dell’autore di redigere un resoconto il più oggettivo possibile, almeno all’apparenza.
Altrettanto coerente è iniziare un resoconto di una campagna bellica descrivendo la geografia dei luoghi che Cesare avrebbe conquistato ed illustrando brevemente le caratteristiche dei popoli che avrebbe sottomesso (magnificandone peraltro le doti ed il coraggio, in modo tale da far apparire, indirettamente, le proprie imprese ancor più significative).
Di seguito proponiamo una traduzione dell’incipit del “De Bello Gallico” di Cesare; per maggior chiarezza abbiamo riportato traduzioni alternative e più fedeli al testo latino fra parentesi tonde con la dicitura “lett.” ed abbiamo inserito alcune parole fra parentesi tonde per migliorare la resa in italiano.
Gallia est omnis divisa in partes tres: Traduzione Letterale
Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani,
tertiam qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur.
La Gallia è, nel complesso, divisa in tre regioni (o “parti”): una di queste (lett. “di
queste una”) la abitano i Belgi, un’altra gli Aquitani e la terza la abitano quei (popoli) che
nella propria lingua si chiamano (lett. “sono chiamati”) Celti e, nella nostra, Galli.
Hi omnes lingua, institutis, legibus inter se differunt.
Tutti questi (popoli) differiscono fra loro per lingua, istituzioni e leggi.
Gallos ab Aquitanis Garumna flumen, a Belgis Matrona et Sequana dividit.
Il fiume Garonna separa i Galli dagli Aquitani, (ed i fiumi) Marna e Senna (li)
separano dai Belgi.
Horum omnium fortissimi sunt Belgae, propterea quod a cultu atque humanitate
provinciae longissime absunt, minimeque ad eos mercatores saepe commeant atque ea quae ad
effeminandos animos pertinent important, proximique sunt Germanis, qui trans Rhenum
incolunt, quibuscum continenter bellum gerunt.
Tra tutti questi (popoli) i più forti sono i Belgi, visto che distano moltissimo dalla civiltà
e dall’umanità della Provincia, e (visto che) quasi mai (lett. “minimamente spesso”) i
mercanti arrivano da loro ed importano (lì) quei prodotti (lett. “quelle cose”) che
tendono a corrompere l’animo (lett. “quelle cose che hanno a che fare con il corrompere
gli animi”). (Difatti i Belgi) sono molto vicini ai Germani che abitano al di là del Reno ed
ai quali (i Belgi) muovono continuamente guerra.
Qua de causa Helvetii quoque reliquos Gallos virtute praecedunt, quod fere cotidianis
proeliis cum Germanis contendunt, cum aut suis finibus eos prohibent aut ipsi in eorum
finibus bellum gerunt.
Ragione per cui anche gli Elevezi si superano in coraggio gli altri Galli, visto che quasi
quotidianamente si scontrano in battaglie coi Germani, quando li respingano dai proprio
territorio (lett. “dai propri confini”) o (quando) loro stessi muovono guerra nel territorio
dei Germani (lett. “nei confini di quelli”).
Eorum una pars, quam Gallos obtinere dictum est, initium capit a flumine Rhodano,
continetur Garumna flumine, Oceano, finibus Belgarum, attingit etiam ab Sequanis et
Helvetiis flumen Rhenum, vergit ad septentriones.
Di queste, una regione (lett. “parte”), che abbiamo detto (lett. “si è detto”) spettare
ai Galli, prende inizio dal fiume Rodano, è delimitata dal fiume Garonna, dall’Oceano e
dai territori (lett. “confini”) dei Belgi, tocca il fiume Reno dal lato dei Sequani e degli
Elvezi (lett. “dai Sequani ed Elvezi”), (e poi) si estende a Settentrione.
Belgae ab extremis Galliae finibus oriuntur, pertinent ad inferiorem partem fluminis
Rheni, spectant in septentrionem et orientem solem.
(Le terre dei) Belgi hanno inizio dai confini più remoti della Gallia, e toccano la parte
più meridionale del fiume Reno (e) si estendono a Settentrione e (ad) Oriente.
Aquitania a Garumna flumine ad Pyrenaeos montes et eam partem Oceani quae est ad Hispaniam
pertinet; spectat inter occasum solis et septentriones.
L’Aquitania si estende dal fiume Garonna sino ai monti Pirenei ed a quella parte dell’Oceano
che è verso la Spagna; (Questa regione) va da Occidente a Settentrione.
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